Il 2020 ha portato tanti cambiamenti nelle nostre vite, cambi di prospettiva su diversi aspetti come il valore della salute, l’equilibrio tra vita privata e lavoro e un modo nuovo di considerare la casa.
Questo periodo molto particolare legato alla pandemia da Covid-19 ci ha spinto a vivere i nostri spazi e le nostre dimensioni in modo diverso rispetto alla nostra amata “consuetudine”. Basti pensare come, durante il lockdown, siamo stati costretti ad un’esperienza per molti di noi del tutto nuova: vivere la casa intensamente, 24 ore su 24.
Prima di quest’anno, la maggior parte di noi era abituata a considerare la casa come un nido privato, un luogo in cui vivere la quotidianità lontano dagli spazi lavorativi.
Per alcuni le abitazioni erano esclusivamente un luogo di appoggio per dormire e mangiare, un riparo visto di sfuggita, pensato e gestito esclusivamente in modo funzionale per questo scopo.
Cos’è cambiato con l’arrivo della pandemia? Che le abitudini siano cambiate è chiaro, ma sembra che alcune siano qui per rimanere: più tempo passato in cucina, maggiore disponibilità a lavorare da casa, ad acquistare e ordinare online.
Durante la “clausura”, il 60% degli italiani ha guardato più telegiornali del solito. Uno su due ha incrementato l’uso di app di messaggistica, il tempo passato a cucinare e quello trascorso guardando streaming e tv. A quanto pare, mettere le mani in pasta e spadellare sta piacendo parecchio: un italiano su quattro vuole continuare a dedicarsi ai fornelli più di quanto facesse nella sua vita pre-Covid.
Solo il proposito di “dedicarsi di più ai familiari” è così forte. Insomma: affettati e affetti. Cresce anche il desiderio di avere più tempo da dedicare a hobby, lettura e film.
Un italiano su tre afferma che, alle fine dell’epidemia, continuerà a comprare più spesso online. Uno su quattro userà videochiamate, farà esercizi e lavorerà in casa più di frequente. Gli utenti promettono anche di non abbandonare videoconferenze e servizi di consegna di cibo a domicilio. Il 13% degli uomini (ma solo il 7% delle donne) afferma che userà più spesso i pagamenti mobili.
Il problema del futuro non sarà solo quando e come ripartire, si dovrà riconquistare la voglia di andare al ristorante o al cinema. “Nonostante la riduzione delle restrizioni da parte dei governi, gli utenti su tutti e 17 i mercati esaminati – affermano TheFool e GlobalWebIndex – convergono nella prospettiva di non riprendere completamente le attività di svago outdoor e due su tre dichiarano espressamente di ridurne la frequenza”.
Non solo: circa un utente italiano su dieci dice che cancellerà l’abbonamento in palestra. Quindi non ci tornerà, neppure dopo la riapertura. Circa il 40% degli utenti avverte che si siederà a un tavolo meno spesso. Uno su due dichiara che non tornerà nei negozi “per qualche tempo” o “per un lungo periodo”. Una quota di diffidenti che sale al 60% per l’accesso a grandi eventi all’aperto e al 65% per cinema e concerti al coperto. Un comportamento dettato soprattutto dalla prudenza, cui si affianca probabilmente una maggiore parsimonia economica.
È interessante già pensare come molti di noi, prima di questo grande cambiamento, avessero ben in mente la propria casa ideale con una posizione precisa, di una determinata grandezza e con specifiche caratteristiche.
Se da un lato la nostra prospettiva si è spostata da fuori a dentro, dall’altro si è ampliata fino ad uscire ed allontanarsi dalle grandi metropoli. Con l’introduzione dello smart working abbiamo visto infatti una forte decentralizzazione del lavoro, il quale si è spostato dagli uffici alle nostre abitazioni.
Persino l’attività fisica si è spostata dentro casa ed ecco di nuovo la necessità di aria buona, apertura e libertà di movimento.
Molto frequentemente i cambiamenti esistenziali come quello che abbiamo vissuto, il quale ha in parte modificato la nostra identità, sono legati anche a profonde trasformazioni dell’ambiente in cui viviamo e della nostra percezione dello stesso.
È nata la necessità di gestire i nostri spazi in modo da avere la giusta divisione tra vita privata e professionale, il cui equilibrio ci permette di preservare la salute fisica e mentale.
La rinnovata attenzione agli ambienti intorno a noi ed il “salto” tecnologico e digitale verso cui ci ha spinto il covid-19 hanno evidenziato il valore aggiunto che una vita smart può avere nella nostra quotidianità. Un’abitazione intelligente, ad esempio, è infatti in grado di “prendersi cura di noi”, monitorando ed ottimizzando elementi come l’illuminazione, il clima e la sicurezza.
Velocità, produttività e leggerezza, una liberazione da tutte quelle mansioni che ci rubano tempo e concentrazione.
Ci siamo resi conto dell’importanza di ottimizzare i consumi: anche in questo percorso ci affiancano i sistemi domotici e smart, che strizzano l’occhio alla sostenibilità.
Nonostante le difficoltà, questo periodo così particolare sta portando maggiore attenzione a salute, benessere e qualità di vita.
In questo percorso la tecnologia e l’innovazione stanno avendo un ruolo fondamentale definendosi come strumenti in grado di offrire opportunità e possibilità di migliorare la nostra vita…adesso sta a noi decidere come utilizzarli!