Il motore di ricerca di Google Italia suggerisce di aggiungere alla ricerca dei termini “turismo petrolio” quello “dell’Italia”, a dimostrazione che l’interesse degli utenti è notevole, molto più del previsto ed allora facciamo si che questo interesse possa trasformarsi in un sostegno materiale da parte della folla di interessati (crowd) che con le loro risorse (funding) possano contribuire direttamente (equity) allo sviluppo ed alla gestione di questo “giacimento”.
Le attività turistiche rappresentano, guardando i dati ISTAT, oltre il 6% del PIL e registrano migliaia di occupati del Paese, un peso economico simile a quello registrato dalla Spagna e maggiore a quello imputabile alle vicine Francia e Germania.
Ancora non si hanno i dati dell’oramai trascorso 2019, ma il 2018 ha raggiunto un record storico, circa 450 milioni di arrivi nel nostro bel paese!
L’economia legata a questo settore genera un valore aggiunto superiore a quello del settore dell’edilizia, rappresentando per tutti gli operatori economici una preziosa opportunità per uno sviluppo locale.
Ma quanto spendono i turisti che sbarcano sul pianeta Italia? Secondo un’indagine sul turismo condotta da Banca d’Italia, la spesa dei viaggiatori stranieri registrata in Italia nel 2018 ha superato i 40 miliardi di con una crescita del 10% rispetto all’anno precedente e con proiezioni per l’anno successivo più che ottimistiche.
Ma allora non ci si potrebbe concentrare e programmare la crescita del nostro paese su questa importante risorsa? Come mai oggi sfruttiamo poco queste opportunità quasi a voler vivere di rendita?
Il grande limite del settore turistico/ricettivo è proprio quello che non spinge sull’innovazione, sul voler creare valore aggiunto, su un adeguamento costante e programmato delle proprie strutture, sull’entusiasmo nel presentare la propria offerta, anno dopo anno, sempre nuova e variegata.
Ed è proprio questa la defiance che più emerge e che lascia inermi quei soggetti che potrebbero investire in questo settore, ma non lo fanno: la mancanza di entusiasmo, la mancanza di amore verso la propria azienda, l’oramai acclarata rassegnazione a voler considerare la propria impresa una normale fonte di sostentamento per il soddisfacimento delle proprie necessità!
Ma così non deve essere, una “folla” (crowd) di persone è pronta a sostenere con propri fondi (funding) nuovi investimenti ed a sfruttare una delle principali fonti di reddito del nostro paese.
Investire nel turismo in Italia significa alimentare innumerevoli opportunità di lavoro dirette e indirette nel settore dell’imprenditoria, oltre che a generare proficui guadagni.
Ma entriamo nello specifico e vediamo quale è il settore che maggiormente potrebbe attirare capitali, il nuovo segmento meglio identificato come un fenomeno più che un settore economico: il “luxury travel”.
I consumi mondiali nei beni di lusso registrano qualche migliaio di miliardi a fronte di circa 500 milioni di consumatori nel settore del lusso.
Dalla ricerca, che prende in considerazione il ruolo del lusso nelle attività turistiche, emerge una tendenza inequivocabile: il passaggio nel turismo da un lusso ostentato a esperienza maggiormente consapevole, sempre più orientata a un’alta qualità nella fruizione dei servizi. Non esistono soggetti che possono di per sé essere considerati turisti di lusso, tutto dipende dalle modalità con le quali le vacanze vengono organizzate e conseguentemente vissute. Quello che è certo è che il made in Italy e il luxury travel andranno sempre di più a braccetto, considerando anche e soprattutto che la propensione al lusso è maggiore per gli stranieri rispetto agli italiani stessi.
Negli anni passati il lusso era quasi fuori mercato, identificato con gli yacht, con le ville, con i pochi alberghi a quattro e cinque stelle anche se, in fondo, il made in Italy è sempre stato associato al lusso perché tale identificazione è funzionale a una concezione di qualità orientata al mercato e alla pratica dei prezzi alti.
Tuttavia il lusso italiano, per molte tipologie turistiche, è sempre più concorrenziato; il made in Italy si identifica in primo luogo con forme di fruizione di qualità ma accessibili. Oggi, anche la gastronomia, è parte essenziale del made in Italy; anzi ne è parte essenziale ed integrante non tanto come prodotto autonomo quanto, piuttosto come caratterizzazione qualitativa di tutte le tipologie di domanda/offerta esistenti nel nostro Bel Paese.
Il turismo di lusso si stima essere pari ad un quinto dell’intero comparto turistico e in grado di attivare quasi un terzo dell’economia dei viaggi e delle vacanze.
Ed è per questo che l’intero settore turistico/ricettivo dovrebbe iniziare a guardarsi intorno, a valutare l’opportunità di garantire alla propria Clientela fidelizzata un salto di qualità, di attrarre maggiore Clientela facendo vivere a tutti un sogno.
E allora perché non valutare il ricorso al capitale di rischio coinvolgendo, magari, nella propria azienda i clienti stessi?
Il ricorso all’Equity CrowdFunding da parte del settore turistico rappresenta il massimo per questa nuova fonte di finanza alternativa e non è difficile intuire le motivazioni.
Nell’Equity CrowdFunding l’investitore assume una triplice veste: 1) sostiene con i propri capitali i nuovi investimenti, quel famoso salto dimensionale e qualitativo necessario per rimanere al passo con i tempi; 2) assume la veste di Cliente poiché sfrutterà personalmente la struttura che ha sostenuto con il proprio investimento; 3) assume la veste di “promotore” visto che proporrà a parenti, amici, colleghi e semplici conoscenti la struttura che lo vedrà coinvolto direttamente.
Tutto questo genererà benefici finanziari misurabili per tutte le parti; da un lato l’imprenditore (offerente) non dovrà ricorrere all’indebitamento bancario ottimizzando costi e ricavi e dall’altro lato il nuovo socio investirà i propri denari nell’economia reale, quell’economia che rappresenta un settore a noi invidiato da tutto il mondo: il settore turistico!
Facciamo sì, allora, che questo settore rappresenti per l’intera nazione il proprio “giacimento di petrolio” e consentiamo a tutti, operatori ed usufruitori, di goderne per i relativi benefici che il settore sarà in grado di scaturire.
Dr. Luigi Romano
Amministratore Extrafin S.p.A.
info@luigiromano.net